L’arte che non ti aspetti. Passeggiando per le antiche strade delle città può capitare di imbattersi in portoni antichi dotati di pregevoli ed a volte curiosi battiporta testimoni di un glorioso passato. Quelli di SMCV, però, sono unici nel loro genere sia per la varietà che per la qualità. Come vedrete in questo breve articolo noi di Magnacapys ci siamo divertiti a fotografarne alcuni tra i più originali disseminati nelle strade e nei vicoli del centro storico realizzandone una speciale galleria che troverete di seguito.
Ma come sono nati, come si è diffuso l’uso di questi oggetti? La loro origine si perde nella notte dei tempi. Nella preistoria, infatti la casa doveva solo rispondere dall’esigenza che l’uomo aveva di trovare riparo dagli animali, dagli agenti atmosferici e per dormire nelle ore notturne. Quando invece il concetto di casa si è evoluto da mero riparo a luogo nel quale ci si deve sentire bene e al sicuro l’uomo si è dovuto dunque dotare di solide porte per garantire la sicurezza dei suoi familiari e dei suoi beni e di efficaci battiporta per segnalare la presenza di familiari o estranei. Fu dunque questo la scintilla dalla quale scaturì l’invenzione di un apposito strumento perfezionato via via nel tempo che venne chiamato battiporta oppure a seconda del luogo di origine battaglio, mazzapicchio o bussarello.
Originariamente il battiporta consisteva in una forma molto elementare, un martelletto o un anello di ferro. Solo col passare del tempo, esso ha incominciato a divenire un vero e proprio oggetto d’arte, dalla forma ricercata e dalla doppia funzione: avvertire dell’arrivo di un visitatore e decorare ed abbellire le porte.
In particolare dal XV secolo ne vengono realizzati moltissimi esemplari sia in ferro battuto finemente scolpito, sia in bronzo. Nell’Ottocento, in epoca neoclassica, si diffusero in Europa molti modelli di battenti in ghisa dalle molteplici forme. In particolare alcuni esemplari sono ispirati all’antico Egitto, come quelli con le sfingi, altri suggeriti dal mondo animale, come leoni o gufi, ed altri ancora a decoro floreale, con testa di donna o rappresentanti una mano nell’atto stesso di battere alla porta.
Fin dai tempi più antichi, inoltre, ai picchiotti delle porte, oltre alla normale funzione di segnalare la propria presenza al di fuori dell’abitazione e di ausilio nella chiusura di porte spesso pesantissime, è stata data una funzione apotropaica. Ad essi cioè veniva attribuito il potere di allontanare gli spiriti maligni e le influenze negative. Per questo motivo la maggior parte delle raffigurazioni dei battiporta mostrano facce o animali minacciosi.
I battiporta, così come molti altri elementi decorativi in ghisa come le cancellate e le ringhiere, sono l’esempio lampante di come l’arredo esterno delle abitazioni e l’arredo urbano fossero elementi inscindibili della stessa realtà: rendere gli spazi abitativi privati o pubblici più belli e funzionali.