Giornate FAI di primavere 2022

Giornate Fai di primavera: cosa vedere in provincia di Caserta il 25 e 26 Marzo

Torna nel primo weekend di primavera, sabato 25 e domenica 26 marzo, la grande festa di piazza che il FAI dedica al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, nel 2023 festeggiano la trentunesima edizione.

Un weekend speciale per riconnetterci alla storia e alla cultura dell’Italia, che permetterà ai visitatori di sentirsi parte dei territori in cui vivono e di cui spesso non conoscono appieno la bellezza e il valore.

Le due Giornate FAI vi permetteranno quindi di conoscere e scoprire ancora di più le bellezze del nostro territorio e sarà anche un’occasione per raccogliere donazioni volontarie che andranno a sostegno della Fondazione. Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro e la donazione online su www.giornatefai.it consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita; per molti luoghi, soprattutto nelle grandi città, la prenotazione online è consigliata per garantirsi l’accesso alla visita. Per chi lo volesse, sarà possibile sostenere ulteriormente la missione della Fondazione con contributi di importo maggiore oppure attraverso l’iscrizione annuale, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano che permette di godere di iniziative e vantaggi dedicati.

Nel casertano, quest’anno, saranno protagoniste dell’evento le città di Mondragone, Aversa e Caserta con dodici siti FAI che apriranno le porte ai visitatori ed in più come outsider l’immancabile Parco delle Sorgenti Ferrarelle di Riardo. Ora vediamoli tutti nel dettaglio:

Area Archeologica dell’Appia Antica (Mondragone)

Si tratta di una suggestivo tratto dell’Appia Antica portato alla luce nel 2002 la cui apertura al pubblico riveste quest’anno particolare interesse dato che recentemente la Regina Viarum è stata candidata a Patrimonio Unesco.

Sarà magnifico scoprire come i Romani amavano il mare, le terme e tutto il paesaggio che questo luogo offriva tanto da costruire una strada cosi importante per raggiungerlo attraverso anche un percorso eno-gastonomico alla scoperta dei cibi e dei vini che arricchiscono enormemente il territorio.

Palazzo Ducale (Mondragone)

Il Palazzo Ducale di Mondragone risale al XIII secolo ed è affiancato da una Torre di origine tardo-gotica.

L’edificio si articola su tre piani e presenta al centro della facciata un alto portale in marmo mondragonese attraverso il quale si accede allo scalone, simile nella disposizione alla Reggia di Caserta. Lo scalone è destinato al servizio degli appartamenti ducali e della sala di rappresentanza, e le sue decorazioni riprendono lo stile vanvitelliano. Al primo piano si trovano collocati gli appartamenti ducali costituiti da ampi locali a cui si accompagnano le sale di anticamere e le salette di disimpegno. Gli ambienti più interessanti però, sono due sale a doppia altezza, di cui l’una aveva la funzione di vestibolo superiore e di smistamento dei percorsi, mentre l’altra, doveva probabilmente essere la sala consiliare, dove gli stucchi in stile neoclassico si evidenziano sulle parete. Un altro ambiente significativo, posta al piano terra presenta una grossa nicchia a forma di conchiglia. Il secondo piano ripete lo schema di quello inferiore.

Ingresso del Palazzo Tarcagnota

Palazzo Tarcagnota (Mondragone)

Originario del XVIII secolo e situato nel centro storico, il Palazzo sorge non troppo distante dalla chiesa madre della città, il Santuario di Maria Santissima Incaldana. L’immobile, che ricopre un importante interesse culturale, è situato in un’area storica ed è sottoposto a tutela diretta, con D.M. 26.08.1988. Il palazzo in parola si estende per un’intera insula, che costeggia l’attuale via Vittorio Emanuele II e, sul versante sud, si apre verso un giardino, di proprietà privata.

Articolato su tre livelli con sovrapposto sottotetto, presenta una pianta pressoché quadrangolare ed è provvisto di due corti interne – di cui una molto ampia – che conducono ad una serie di ambienti posti ai vari piani e ad un giardino retrostante. Le strutture verticali sono in muratura di tufo grigio locale con inserti di laterizio in alcune porzioni terranee, mentre quelle orizzontali presentano volte di varia tipologia, solai in legno, solai in ferro e capriate lignee con copertura a doppia falda. Al palazzo si accede da due distinti portali, entrambi posti su via Vittorio Emanuele II. Quello ad ovest, più elaborato, conduce al piano nobile, introdotto da una scala interna impreziosita da un caposcala di stilema settecentesco. La facciata principale mostra, in corrispondenza dei livelli superiori, balconi con eleganti balaustre in ferro battuto, scanditi da decorazioni in stucco raffiguranti volti umani.

La Basilica Minore di SS Maria in Caldana (Mondragone)

La Basilica Minore, nota anche come chiesa di S. Michele intra moenia o ancora come collegiata di S. Giovanni Battista, è il centro religioso di Mondragone. Venne edificata lungo la strada (oggi via del Santuario) che dalla cosiddetta “Piazza” conduceva alla Porta di San Nicola, una delle arterie principali della Mondragone storica.

L’origine del Santuario risale alla costruzione realizzata per volontà della famiglia Carafa, principi di Stigliano e duchi di Mondragone, nel XVI secolo. Essa fu edificata probabilmente su una preesistente chiesa del XIV secolo, della quale solo recentemente sono stati scoperti resti architettonici nei pressi del presbiterio. I lavori furono completati dagli eredi. Alla famiglia Carafa susseguì la famiglia Grillo, molto dell’aspetto attuale è stato realizzato nel settecento.

Il Santuario presenta una pianta a croce latina con tre navate, transetto e presbiterio, due cappelle affiancate al corpo centrale coperto a botte, la facciata è rinascimentale. La navata centrale, più alta e più larga affrescata con figure di “Profeti” e “Patriarchi”. Nella navata di destra troviamo il Fonte Battesimale ed una balaustra in marmo di Mondragone sul fondo la Cappella dell’Incaldana. Nella navata sinistra dedicata a Gesù Crocifisso troviamo una scultura marmorea particolare.

Chiesa di Sant’Angelo in Extra Moenia (Modragone)

La Chiesa di Sant’Angelo è l’edificio religioso più antico del centro storico mondragonese. È probabile che l’edificio sia stato oggetto di lavori di ripristino dopo il 1463, anno dell’ingresso delle truppe di Alfonso d’Aragona nel feudo di Sessa, per la guerra contro i Marzano. Ha subito nei secoli diverse trasformazioni ma tutte le varie fasi costruttive sono legate dalla semplicità estetica tipica di un ambiente rurale povero. Recenti ritrovamenti sotto la chiesa testimoniano la presenza di un cimitero pre-romano.

Chiesa di San Mauro (Mondragone)

La chiesa di San Mauro, o anche di Maria SS. di Montevergine, fu edificata nel giugno del 1497, come secondo edificio adibito al culto cristiano.

La chiesa è pianta rettangolare con asse maggiore parallelo alla strada.In origine possedeva due ingressi,uno ad arco con una nicchia sovrastante in cui sono ancora visibili le tracce di un affresco raffigurante una madonna con bambino incoronata da angeli. L’altro ingresso, invece, è posto all’interno di una corte.L’intera chiesa è a navata unica, interessante è la cappella (forse postuma) a pianta quadrangolare con volta a botte sul cui sfondo ritroviamo i resti di un altare barocco.

Duomo di San Paolo (Aversa)

La cattedrale di San Paolo è di origine medioevale, costruita sui resti di un piccolo santuario agreste dedicato al santo. Dall’iscrizione incisa sul portale del transetto sinistro, sappiamo che la sua costruzione si protrasse per molti anni: valuta da Riccardo Drengot, principe di Aversa nel 1053, fu terminata dal figlio Giordano, intorno al 1090, anno della sua morte. La struttura originaria fu trasformata da interventi architettonici e decorativi successivi alla sua edificazione e le parti risalenti al periodo della sua fondazione furono di fatto cancellate.

Del periodo normanno resta visibile il bellissimo deambulatorio a cappelle radiali. Nel corso del Seicento la cattedrale fu interessata da lavori di trasformazione commissionati dai vescovi Carafa. Nel 1630, nel transetto sinistro, fu costruita la Casa di Loreto, una riproduzione fedele all’originale presente nella Basilica di Loreto. Agli inizi del Settecento la cattedrale fu completamente trasformata secondo il progetto dell’architetto romano Carlo Buratti. L’interno è suddiviso in tre grandi navate divise da pilastri e profonde cappelle laterali. Nel secondo registro della navata centrale si sussegue una serie di finestroni con decorazione settecentesca in stucco bianco.

Il colpo d’occhio del Palazzo del Seminario di Aversa

Palazzo del Seminario (Aversa)

Il seminario fu iniziato per volere del cardinale Innico Caracciolo (1642-1730), vescovo di Aversa, dall’architetto Carlo Beratti, o Buratti, assistito da francesco maggi nel 1715. All’ingresso un bel portale classicheggiante di pietra grigia e sulla porta interna lignea è posto un interessante tondo con san Michele che scaccia il demonio, sec XVIII.

All’interno troviamo un armonioso cortile rettangolare, con doppio ordine di arcate, con un gradevole effetto ritmico-chiaroscurale e di profondità. A sinistra del portico un’epigrafe marmorea di età repubblicana, proveniente da Pozzuoli. Procedendo si accede allo scalone d’onore e alla sala del refettorio, dal 1953, auditorium. in questa sala si custodisce il ciclo pittorico della dissacrata chiesa del Carmine, sei tele e una Cena di Emmaus. I dipinti, inneggianti l’ordine carmelitano, costituiscono una tra le più importanti raccolte settecentesche della città.

Palazzo Gaudioso (Aversa)

L’edificio attualmente è di proprietà del Comune ed è sede della Biblioteca Comunale e di una libreria sociale. L’interno si presenta con una corte e un giardino, il viridarium, consueta caratteristica tipologica tipologica dell’edilizia abitativa della città. Il prospetto ha un solido portale di disegno catalano, realizzato con pietra grigia e bianca, le cornici degli stipiti del portale e quelle delle finestre di tipo “inginocchiate”hanno sono finemente lavorate con scanalature. Il portale non si trova in posizione baricentrica forse per la presenza della vicina Chiesa di San Nicola. L’interno presenta un decoroso aspetto quattrocentesco con ala settentrionale con doppio ordine di arcate collegate da una comoda e larga scala.

Castello Aragonese (Aversa)

Il Castello Aragonese (oggi sede del Tribunale di Napoli Nord) è una costruzione che risale al Medioevo per volere di uno dei regnanti partenopei, Ruggero II di Normandia.

Si ergeva su quattro livelli ed un sottopiano, le carceri e i magazzini. Dopo i danni del 1382, del 1456 e 1457, nel 1492 il castello ebbe una nuova sistemazione da Alfonso d’Aragona così come appare nella veduta della città di Aversa (XVI-XVII sec.) fu allora che prese il nome di “Castello Aragonese”. Circondato da un alto fossato e munito di bastioni, sviluppato intorno ad un cortile quadrato e un porticato. Carlo III di Borbone, ne affidò il restauro al suo architetto migliore, Luigi Vanvitelli, per farne un Quartiere di Cavalleria. Furono eseguite aggiunte sia sulle ali dell’antico corpo che sul secondo e terzo livello, ed il quarto, integrato nelle torri, fu costruito ex novo. A seguito di tale intervento scomparve del tutto la struttura originaria poiché le cortine perimetrali furono recintate da un unico ordine architettonico, il tuscanico, ed il fossato fu completamente coperto. Il maestoso castello, che si può ancora oggi ammirare nella piazza Trieste e Trento, misura circa 103 metri per lato e 27 di altezza, ed è dotato di spesse mura quadrate e presenta 4 torri, domina la vasta zona circostante.

Chiesa di Sant’Agostino (Aversa)

Costruita nel XIII secola con annesso l’omonimo monastero la chiesa fu completamente rinnovata nel Settecento, secondo i dettami della scuola vanvitelliana.

L’interno, finemente decorato, presenta uno schema planimetrico simile all’Annunziata di Napoli, con la successione di cappelle poco profonde. Alla facciata fu assegnata una configurazione asimmetrica, a causa del ridotto spazio disponibile sul lato sinistro, in corrispondenza del poderoso campanile medievale. All’interno, la navata voltata a botte, la crociera cupolata ed il qualificato presbiterio evidenziano soluzioni particolari come le ornie in stucco delle finestre che riprendono diffusi motivi vanvitelliani.

Real Vaccheria e tempietto del SS Sacramento (Caserta)

La Vaccheria Reale, oggi sede della Polizia di Stato, risale al 1750, anno in cui i Borbone acquistarono il terreno dal Principe Michelangelo Gaetani di Sermoneta, per realizzarne una stalla, con annessa lavorazione di formaggi e di sostanze utilizzate nella tessitura della seta. In merito alla progettazione dell’intero complesso risalente al 1753, rimane indiscusso l’operato dell’architetto Luigi Vanvitelli,come si legge in una lettera al fratello Urbano del 30 ottobre 1753.

L’edificio, a pianta semicircolare, ha il fronte principale a due piani, in origine, il primo per uso magazzini e lattiere, il secondo per abitazione dei vaccari e per altri impianti.La parte interna posteriore ha una forma ellittica, dove erano situate le stalle, ed in avancorpo tra i due antichi ingressi vi era il caffeaus, progettato da Luigi Vanvitelli per il trattenimento della famiglia reale, con ambiente interno ellittico.

Parco delle Sorgenti Ferrarelle (Riardo)

All’interno del Parco Sorgenti di Riardo (dove ha origine la naturale effervescenza di Ferrarelle), Ferrarelle ha messo a dimora la Masseria delle Sorgenti, azienda agricola dove vengono seguite le metodiche dell’agricoltura biologica di conversione.

L’azienda agricola Masseria delle Sorgenti ha la sua dimora all’ interno della Masseria Mozzi le cui origini si perdono nella storia fin dal Medioevo. Le terre, a quel tempo possedimenti agricoli dei Monaci benedettini dell’Abbazia della Ferrara, erano meta del soggiorno estivo dei monaci, che qui vi trovavano frescura nei mesi più caldi e un terreno particolarmente fertile e ricco di sali minerali per l’agricoltura. Sono proprio i monaci a dare il nome “Le Ferrarelle” a quei luoghi disseminati di fonti d’acqua di origine vulcanica. La Masseria vuole continuare a svolgere il proprio ruolo nel territorio, migliorando continuamente i propri standard produttivi e la sostenibilità delle proprie attività. Inoltre, l’ambizione del progetto porta a rappresentare un esempio virtuoso delle buone pratiche agricole per le altre aziende locali. In questo modo puntiamo a creare una rete di imprese che tutelano e valorizzano il patrimonio unico a nostra disposizione.

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