Giornate FAI di primavere 2022

Giornate Fai d’autunno: cosa vedere in provincia di Caserta

Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 tornano le Giornate FAI d’Autunno, l’amato e ormai atteso evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano dedica, da dodici anni, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Durante il fine settimana, saranno proposte speciali visite in centinaia di luoghi straordinari in tutta Italia, selezionati perché solitamente inaccessibili oppure perché curiosi, originali o poco valorizzati e conosciuti.

Dal pomeriggio di mercoledì 4 ottobre 2023, sul sito www.giornatefai.it è consultabile l’elenco di tutte le aperture previste in occasione delle Giornate FAI d’Autunno di sabato 14 e domenica 15 ottobre.

Per accedere alle visite è sufficiente presentarsi in loco durante gli orari di apertura indicati nella scheda descrittiva di ciascun luogo. Sul posto, i volontari FAI forniranno tutte le informazioni necessarie per la visita e le indicazioni sui tempi di attesa. Durante l’evento sarà possibile sostenere il FAI con un contributo minimo non obbligatorio di 3 Euro.

Ma ora scopriamo insieme tutte le novità di quest’anno. Nel casertano saranno ben dieci i luoghi da visitare tra Aversa, Caserta, Riardo e Capua dove sarà eccezionalemnte aperto il Castello di Carlo V, recentemente restituito alla fruizione turistica dopo anni di abbandono. Vediamoli alcuni nel dettaglio:

AVERSA – La città normanna apre le porte di sette chiese molto interessanti, solitamente chiuse al pubblico tra le quali segnaliamo le chiesa delle Anime del purgatorio fondata nel trecento e ristrutturata nel settecento secondo i gusti dell’epoca. All’interno i visitatori potranno ammirare tra l’altro, un altorilievo della Madonna Addolorata nonchè il pregevole pavimento maiolicato della navata, decorato con motivi azzurri e neri provenienti dalla manifattura napoletana dei Giustiniani, interrotto da tre lapidi datate 1645. Per l’elenco completo deli siti aversani cliccate qui.

CASERTA Tra le aperture e gli itinerari più interessanti a Caserta c’è l’apertura straordinaria della Real Vaccheria e del Tempietto del SS. Sacramento, attualmente parte integrante della Scuola Agenti Polizia di Stato e normalmente non aperti al pubblico, saranno eccezionalmente visitabili durante le Giornate d’Autunno.

La Vaccheria Reale risale al 1750, anno in cui i Borbone acquistarono il terreno dal Principe Michelangelo Gaetani di Sermoneta per realizzare una stalla per 136 vacche e una capretteria, con annessa lavorazione di formaggi e di sostanze che venivano utilizzate nella tessitura della seta. L’edificio progettato da Vanvitelli, ha pianta semicircolare ed il fronte principale a due piani che accoglieva le stalle, i magazzini ma anche degli ambienti più raffinati destinati alla famiglia Reale. L’intero complesso sarà modificato e adibito ad ospedale militare nel 1850. Il Tempietto del SS. Sacramento, situato nel cortile ed edificato quando la Real Vaccheria aveva cessato la sua attività, fu costruito come un tempio greco assemblando i blocchi di pietra senza l’utilizzo di leganti. La cupoletta, all’interno, è affrescata con una rappresentazione raffigurante la Incoronazione della SS. Vergine con coro di Angeli ed altri accessori del pittore Gennaro Maldarelli. Durante la visita sarà possibile ammirare anche alcuni cimeli della Polizia di Stato.

Le giornate FAI d’autunno 2023 in 30 secondi (SPOT)

CAPUA La punta di diamante dell’evento in provincia di Caserta sarà senza dubbio Capua che quest’anno apre le porte per la prima volta, dopo tanti anni dello splendido Castello di Carlo V.

Sulle sponde del fiume Volturno, circondato dal borgo antico di Capua, spicca il Castello di Carlo V, imperatore della metà del ‘500, che ne commissionò l’edificazione nel 1542. Costruito sul progetto dell’architetto Gian Giacomo dell’Acaya, presenta mura spesse dalle geometrie lineari con i quattro bastioni di base quadrata e il ponte d’ingresso che poggia su archi e pilastri fino alla cortina interna.

La fortezza ha da sempre avuto la funzione di difendere la città da incursioni ed invasioni esterne e per un lungo periodo la sua destinazione ai fini bellici non subì cambiamenti, confermata anche dai Borbone come sede dell’esercito e base militare. Solo nel periodo della restaurazione, momento storico di transizione, fu destinato a prigione per condannati politici. Ritornato l’equilibrio tra le potenze, ristrutturato in parte il castello fu adibito ad opificio pirotecnico, dove ancora oggi vengono confezionate armi e cartucce per l’esercito. Il castello, nonostante gli accadimenti storici, grazie ad interventi di restauro, non ha perso ancor’oggi il suo fascino continuando ad essere una delle testimonianze più importanti dell’architettura militare spagnola in Campania.

A completare la visita della città di Capua consigliamo vivamente la Sala d’armi, la splendida Chiesa dell’annunziata e le fortificazioni. Per maggiori informazioni cliccate qui.

RIARDOIl Parco Fonti di Riardo, nel cuore dell’alto casertano, proprio su quella piana generosa e ricca di sali minerali che dà origine alla più famosa acqua effervescente naturale d’Italia, è una vasta area naturale di circa 145 ettari in un contesto paesaggistico e naturalistico pressoché intatto. Nel suo sottosuolo sono custodite le falde acquifere – sette sorgenti – da cui sgorga l’acqua alla base della produzione Ferrarelle e dove si trovano testimonianze di secoli passati, tra le quali i resti della Taverna Saliscendi e, nelle vicinanze, il magnifico centro storico di Riardo, dominato dal grande castello medioevale.


Nell’area agricola del fondo Ferrarelle si trova inoltre la Masseria Mozzi, un’antica masseria esempio di dimora rurale dell’entroterra casertano. Un tempo residenza dei monaci, divenne poi dimora di contadini al servizio della famiglia Mozzi, proprietari terrieri, da cui prende il nome. Oggi la Masseria è proprietà di Ferrarelle ed è ritornata allo splendore di una volta, mantenendo intatte le proprie caratteristiche.
Il pian terreno testimonia un passato fatto di lavoro duro nei campi e di piccoli allevamenti a sostentamento familiare. Grano, legumi, ulivi, noccioli, foraggi: queste le coltivazioni in una terra un tempo brulla per via degli strati impermeabili del terreno predisposto da Madre Natura per la custodia del bacino, oggi resa coltivabile  e rigogliosa da un sistema di canali per il drenaggio dei terreni.


 

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