Aspettando il Placito Capuano

Si scaldano i motori dell’organizzazione di uno degli eventi più attesi ed importanti della città di Capua: la rievocazione del Placito Capuano. Con questa suggestiva ed importantissima testimonianza storica, giunta alla sua quinta edizione, la Capua Longobarda celebra la nascita della Lingua italiana grazie alla sapiente mobilitazione della società civile e delle associazioni cittadine prime fra tutte il TCI Aperti per voi Capua. La kermesse si terrà nei giorni 1 e 2 giugno quando le benemerite Scuole Capuane nell’area della Corte dei Principi faranno sorgere un villaggio medievale e daranno vita insieme agli attori della Compagnia La Mansarda alla rievocazione storica durante la quale la Principessa longobarda Adelgrima apre la “sua” Chiesa per la  cerimonia annuale di Apertura e accompagna il Corteo per assistere alla causa del Placito Capuano.

Un pò di storia…

In attesa del programma dettagliato dell’evento, vediamo brevemente la storia di questa importantissima testimonianza della nascita della lingua italiana. Per nostra grande fortuna, innanzitutto, dobbiamo dire che Il Placito Capuano è sopravvissuto al devanstante bombardamento dell’Abbazia di Montecassino che lo aveva ospitato per secoli grazie alla solerzia dell’Arciabate Gregorio Diamare che riusci a portare in Vaticano l’archivio e i preziosi manoscritti ivi custoditi. Ma la scoperta del Placito Capuano non è recente. Già nel 1734 il padre Erasmo Gattola, editore delle carte del monastero di Montecassino, dimostrando notevole acume, aveva messo in evidenza il carattere volgare della formula ricorrente nel documento, testimonianza di quella che gli pareva una balbuziente e ancora barbarica lingua italiana. Solamente nel Novecento, però, il Placito è stato studiato nella maniera che merita e ha avuto il posto d’onore tra gli antichi testi notarili. Tale posto d’onore si spiega d’altra parte con il fatto che nel Placito, a differenza che altri scritti, non vi può essere dubbio sulla chiara e cosciente separazione tra latino e volgare.

Allora cos’è praticamenete questo documento? Il Placito Capuano, risalente al 960 d.C. viene comunemente considerato l’atto di nascita dell’ italiano volgare. Fa parte di un gruppo di verbali processuali registrati tra il 960 e il 963 riguardanti delle controversie legate al possesso di alcune terre, tra l’abbazia di benedettina di Montecassino e il proprietario terriero Rodelgrimo d’Aquino.

La testimonianza a favore dei benedettini infatti non è registrata in latino volgarizzato o contenente errori rispetto alla norma, ma in una lingua nuova ed autonoma, che per la prima volta possiede la necessaria dignità per apparire in un documento.

Il Placito Capuano, risalente appunto al 960 d.C. possiede però un ulteriore merito: non deve essere considerato solo un atto di nascita dell’ italiano volgare ma un qualcosa che ha contribuito a modellare stilisticamente la prosa della neonata lingua direttamente sullo stile ciceroniano.

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